Pensieri e Parole di una di una Mamma (bis) Principiante

martedì 17 maggio 2016

VOGLIO TORNARE BAMBINA

La mia età mi piace.

Non vorrei mai tornare indietro, ai vent'anni  o giù di li come dicono tanti.
Col cavolo! Mi sono conquistata tante cose da allora e non voglio proprio mollarle.
Sto bene come sto, con qualche ruga in più ma tanti traguardi raggiunti, la mia famiglia, i miei figli.

MA.

L'altro giorno la squadra in cui giocavo da bambina/ragazza ha pubblicato un volantino su Facebook.
Faranno due settimane di "centro estivo" focalizzato sul volley, a giugno.
Età minima 6 anni.
Uscita dalle attività 17.30.


Quindi doppiamente impossibile mandarci Giulia.
Ancora meno Lele.
Poi la materna finisce il 30 giugno.

Ho calcolato che ci vorranno un paio di estati, quindi non la prossima ma quella dopo ci potranno andare e per due settimane posso trovare qualcuno che li prenda alle 17.30 e li porti a casa in tempo per il mio arrivo.

Ma vorrei proprio che lo facessero!

Io gioco ho iniziato a giocare a pallavolo credo prima di camminare.
Già a 3-4 anni avevo sempre sto pallone in mano e passavo ore e ore a lanciarlo contro il muro imitando Mimì Haiuara, il mio idolo prima. Mila e Shiro poi.

Il muro in questione era quello della casa dei miei nonni e so solo io i cristi che mi tiravano dietro alla centesimapallonata!

Al tempo non c'erano i palloni fighi. Cioè...c'erano ma di sicuro i miei non avrebbero speso cifre folli per "il pallone con le righe".

Già il SuperTele era stato un passo avanti mica da ridere.
Causa mancanza di Decathlon, non avevo nemmeno le ginocchiere. Così me le ero cucite io con stoffa di fazzoletti (mia nonna mi ha quasi uccisa), un elastico sopra e sotto (quello delle mutande) e una "bombetta" ripiena di scarti di lana cardata destinati ad un piumino che mia mamma stava cucendo (rischio di morte n. 2).

In estate andavo in vacanza dalle mie nonne e lì c'erano un sacco di bambine con cui giocavo. Da mia nonna materna, abitavano dietro casa sua e passavamo le giornate a giocare in strada.
Mia nonna paterna andava in villeggiatura 4 mesi in collina e lì c'erano un sacco di bambine.

La prima volta che vidi il gruppo palleggiare nel campo da calcio, mi sarei lanciata dalla balaustra...sono scesa e - vincendo la timidezza - dissi "Posso giocare anche io?".
Con alcune siamo ancora amiche!

Comunque.

Ad un certo punto il cortile e le palleggiate non mi bastavano più...e ho chiesto ai miei genitori di iscrivermi in una squadra. Quella squadra.
Per loro, lavorando, era uno sbattone infinito, oltre ad un costo - per i tempi -  esoso.

Ma mi hanno accontentata.
Mio padre mi accompagnò alla giornata di tesseramento e tornai a casa  con la maglia della squadra e la mia borsa.
Mamma mia, quanto mi sentivo bene!

Ho giocato anni e anni e anni.
Prima nelle squadre minori, poi nell'under 18 e nel mentre con la prima squadra.
Facevo 5 allenamenti a settimana con due squadre differenti.
Ci andavo prima in bici, poi in motorino, poi in macchina.
Estate, inverno, poco importava.
Sono pure caduta con la moto sul ghiaccio.
Mi si gelava la nebbia sulla visiera del casco...che freddo allucianante!

Mi sono allenata con la febbre, con una cisti al polso destro (imparando a schiacciare con il sinistro con tutta la rincorsa). 

Ho bucato fiumi di ginocchiere per tutti i tuffi che facevo.

Ho giocato studiando, senza mai abbassare la media dei voti (i miei mi avrebbero ritirata subito).

Ho giocato lavorando, tornando a casa alle 23 tutte le sere per poi alzarmi alle 6 e prendere il treno che mi portava al lavoro a 30 km...

Ho giocato.
Giocato.
Giocato.

Ho allenato anche i bambini dai 6 ai 12 anni. Ne avevo 30, da sola....
E sono sempre stata "il capitano". Eletta dalle ragazze.
Giorgia, numero 7.
Ma ho vestito con onore anche il 3.

Poi mi sono fatta male ad un ginocchio.
A 30 anni.
Ho smesso.

Ma giuro che riprenderei domani...se solo riuscissi a gestire degli impegni fissi come gli allenamenti e se avessi tempo di fare almeno un allenamento più la partita a settimana.

Senza in rischio di spaccarmi.

Quando ho visto la locandina dei centri estivi avrei voluto tornare bambina.
Vorrei arrivare presto in palestra, allenarmi per ore e ore. Giocare.
Saltare ottocentomila volte per perfezionare la rincorsa della schiacciata.
Vorrei recuperare mille ottocento palloni impossibili.
E vincere la partita.
Adoravo vincere.
Ma anche perdere andava bene, se avevi fatto quel punto impossibile, quella battuta che rimbalzava lontano dalle mani di chi aveva provato a prenderla.
Quella schiacciata che saltava lontano dal muro.

Ah che sensazioni!
Quando, dopo aver fatto toccare la palla nel campo avversario ti giravi e tutte a batterti la mano.
E i time out tutte a dirsi dai ce la facciamo.

Che bello.
Che bello.
Che bello.

Sono rimasta amica di tante ragazze.
Ho dei ricordi indimenticabili delle trasferte a cantare a squarciagola.

I tornei.
Le vittorie.
Le sconfitte.

E mi piacerebbe tanto che i miei figli provassero tutto questo, imparassero il gioco di squadra, il cameratismo, la disciplina...

E così...o torno bimba io o crescono loro un po'!



6 commenti:

  1. Anche io ho fatto pallavolo per 7 anni, ma ho smesso al campionato di under 14 perché mi portava troppo tempo e non ne avevo voglia...leggendo il tuo post ho provato tanta nostalgia!!! Che bei ricordi

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    1. Io ho fatto pallavolo solo un paio di anni alle elementari...Ma non mi è entrato entro come sport!
      Poi a 25 anni è arrivata la danza dopo tanto nuoto ma senza agonismo!Se non si fosse separato il gruppo causa fine università di molte e inizio del lavoro sarei sempre lì!

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  2. Giorgia come ti capisco...
    Io pure come te cresciuta con il mito di Milo e Shiro, io pure come te ho giocato fino a un infortunio che mi ha definitivamente fermato, non recuperabile...
    Mi sono scelta un marito che di lavoro fa proprio l'allenatore di pallavolo, quindi sono rimasta nell'ambiente, lo seguo ogni volta che posso, stare in quella palestra, anche se solo da spettatrice, mi fa stare bene.

    Io ho due figli maschi, se chiudo gli occhi nei miei sogni più sfrenati me li vedo in nazionale, o alle olimpiadi a giocare il beach insieme ahahah che sogni eh?

    Intanto mi accontento del torneo aziendale che facciamo ogni anno a giugno, il mio piccolo momento di gloria, l'unica occasione per sentire quel bruciore sulle mani dopo un muro fatto bene, o una bella difesa. Sai a che sensazione mi riferisco vero?

    Grazie per questo post, mi hai fatto sorridere di cuore! La pallavolo è come una droga, se ti entra nel cuore non ne esce più!

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    1. anche io giocavo con i miei colleghi una volta a settimana!!! Quanto mi piacerebbe giocare ogni tanto...

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  3. Ho giocato a pallavolo non so quanti anni, e quando non ero agli allenamenti non so quante schiacciate ho dato al muro di casa, guardavo in tv mimì o mila e shiro e poi giù in cortile fino allo sfinimento!!!

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