martedì: " mamma, oggi siamo rincasati presto!"
mercoledì "io sono la detentrice del simbolo della tartaruga all'asilo"
giovedì "mamma, questo è inopportuno"
e per finire "ti aiuto a fare i letti, io sprimaccio i cuscini!
CHI DIAVOLO HA DATO DA MANGIARE LO ZINGARELLI A MIA FIGLIA!!!
Poi portiamo a pari con Lele che qualche giorno fa se n'è uscito con: "Minchia mamma, mi sono rotto i coglioni!" facendomi fare un carpiato inverso sulla sedia.
"Ma Lele sono parolacce!"
"Scusami mamma, non dico più minchia e nemmeno coglioni!"
Però il tutto pronunciato benissimo, eh!
Ecco, se sulle parole forbite forse la causa possiamo essere noi, sulle performance grette di sicuro no. Al massimo posso passare un "merda!" che a volte proprio mi scappa!
Io parlo con loro come ad un adulto, senza usare quelle paroline melense o semplificate, senza fare le vocine se mi rivolgo a loro. Parlo con loro con dolcezza e tranquillità, ma normalmente. Una parola ha un significato e lo possono comprendere, anche se il termine non è usuale per un bambino.
Soprattutto, cerco di coniugare i verbi correttamente cercando di eliminare le licenze del linguaggio parlato di uso corrente.
Quindi al "se mettevi le ciabatte non succedeva", che parlando a casa può anche andare bene, cerco di sostituire "se avessi messo le ciabatte non sarebbe successo". Per loro è lo stesso, il concetto è comprensibile allo stesso modo, ma almeno imparano correttamente (o quasi) l'italiano parlato, che può poi aiutarli nello scritto.
Non gli faccio bollire il dizionario, chiariamo. Ma se facciamo un puzzle e il pezzo "non va dentro", magari dico "non si incastra" e loro lo recepiscono lo stesso, non c'è differenza di comprensione nell'usare il termine corretto o più specifico. Per fare un esempio.
Non devono diventare i nuovi geni della letteratura mondiale, ma almeno imparare un italiano corretto che gli servirà e li agevolerà.
Ovvio, parliamo sempre di bambini sia chiaro, ma sono piccoli, non scemi.
Perchè limitarli quando possono apprendere da subito e senza sforzo le parole?
Certo, se devo spiegare qualche cosa cerco di confezionare il concetto in modo che possano capirlo, ma senza semplificarlo eccessivamente dando per scontato che non lo capiscano.
Qualche tempo fa Giulia chiese a mio marito perchè le rotoballe di fieno nei campi fossero piccole. Erano in auto e lei le vedeva dal finestrino. Quando è dai miei, le vede nel campo e ci vuole salire sopra, ma sono alte e va aiutata.
Mio marito le ha spiegato che più vedi una cosa da lontano e più sembra piccola, si chiama prospettiva.
Qualche tempo dopo, sempre in macchina ma con me, mi ha ripetuto il concetto...e ci ha aggiunto: "Anche le montagne sembrano piccole, ma se ci vai vicino sono enormi. Si chiama prospettiva".
Così, quando posso spiegare qualche cosa che può essere compreso, glielo spiego in modo semplice e spesso loro correlano due cose a distanza di tempo.
Inoltre loro sono curiosi, chiedono un sacco di cose: come si fa il vetro? E i mattoni? Come si fa un frutto? Da dove viene il seme?
Una sera li sentivo che parlottavano: il contadino raccoglie il grano, poi lo porta al mulino. Il mugnaio lo macina e fa la farina, poi il panettiere la usa per fare il pane.
Ed era l'unione di più cose che avevo spiegato loro in momenti diversi e mi sono riempita di orgoglio nel sentire che avevano correlato diverse cose in modo corretto.
Io non lo so se gli altri bambini lo fanno. Magari lo fanno a già a 2 anni. Magari a 8. Non mi interessa.
Io mi meraviglio di come LORO prendano i singoli mattoncini e costruiscano muri di dialoghi e concetti ben saldati e mi piace nutrire la loro sete di sapere, anche se a volte è difficile spiegare quello che chiedono, in modo coerente con le spiegazioni precedenti.
Forse è più difficile per me spiegare che per loro comprendere.
Poi ti capitano domande come:
Giulia: "Mamma, cosa vuol dire in bocca al lupo?"
Io: "E' come dire buona fortuna"
Giulia: "E' un modo di dire, vero? Non devo andare nella bocca del lupo davvero!"
Io: "Si, è un modo di dire. Non devi essere morsa dal lupo! E sai cosa si risponde quando qualcuno ti dice In bocca al lupo? Si dice: crepi il lupo!"
Lele: "Ma è un modo di dire vero mamma? Il lupo non deve morire davvero! Poverino!"
Che meraviglia.
Questa mattina in radio han detto di un autotreno fermi sulla carreggiata, e Sofia da dietro "mamma..deraglia! Un treno che esce dalla carreggiata deraglia!"
RispondiEliminaInvece settimana scorsa ascoltavo Guccini, e per fortuna tra tutto il turpiloquio sentito lei si è fissata su "cazzo" le spiegò che è una parola bruta e blabla...la sera a tavola inizia a borbottare "cazzo cazzo" e mio marito la guarda malissimo allora lei fa' "cal in inglese significa gatto"
Ma è il tono è la convinzione che a me lasciano ogni volta basita, deve esserci un gran lavorio in quelle testoline!
Sembro io l'analfabeta... Ahahah l'iphone ha corretto tutto a modo suo!
EliminaHa detto caz significa gatto..
ahahahahahha fantastica!!! Io resto meravigliata ogni volta!
EliminaE fu così che a 26 anni ho imparato che le balle di fieno si chiamano rotoballe.
RispondiEliminaI bambini sanno meravigliarci sempre e comunque.
Le balle di fieno classiche si chiamano balle di fieno. io intendo quelle a cilindro, di nuova generazione!!1
EliminaChe vergogna ho sbagliato anche i tempi verbali :(
RispondiEliminaQuanto hai ragione, sono delle spugne, ed e' un piacere sentirli parlare.
RispondiEliminaProprio ieri Lollo mi diceva che gli faceva male un piede, e mi ha indicato il punto, al che io gli ho detto "ah, ti fa male il tallone". Lui e' corso dal padre tutto fiero a dirgli " Mi fa male il tallone".
Anche a loro piace imparare parole nuove e concetti nuovi!
Giulia lo chiama il "pallone"...così come il mappamondo lo chiama "pallamondo". Piano piano imparano davvero di tutto e di più!
EliminaSu fb avevo letto un post che spiegava come In bocca al lupo fosse un bellissimo augurio perché mamma lupa per spostare i lupacchiotti al sicuro li prende in bocca... Quindi in bocca al lupo stai in una botte di ferro!
RispondiEliminaPure a Gabriele mio parlavo normalmente, peccato che non ha mai voluto leggere e si è avvantaggiato poco...
Si brava! Lo avevo letto anche io! Infatti non bisognerebbe dire "crepi il lupo". Però è così radicato che mi è venuto spontaneo.
EliminaOgni bambino ha le proprie passioni e le proprie attitudini. Io adoro leggere, per esempio, mentre ai miei fratelli non piace. Però un bel modo di parlare credo sia sempre utile.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina