Pensieri e Parole di una di una Mamma (bis) Principiante

venerdì 16 ottobre 2015

SINDROME DELLO SQUALO

Una volta mio Marito mi ha detto che io soffro della "sindrome dello squalo".

Lo squalo non può fermarsi nemmeno mentre dorme, deve nuotare. Se non nuota, soffoca.
Lo squalo non dorme veramente, "riposa" mantenendosi vigile e controllando la situazione.

Un po' ha ragione.

Io sono un essere in eterno movimento. E quando non mi muovo fisicamente, penso. Penso anche quando dormo.
Non mi è successo solo una volta di andare a letto con un problema da risolvere e svegliarmi con la soluzione. La notte porta consiglio. E soluzioni.

Soffro di claustrofobia da staticità. Non riesco a stare ferma, costretta all'immobilità. Non solo fisica, ma anche mentale.
Non è paura degli spazi chiusi o angusti, patisco proprio lo stare "ferma", l'essere trattenuta.

Se un lavoro non mi piace, mi attivo per cambiare. Se una situazione non mi piace, cambio.  Io devo sempre tentare, anche quando le probabilità giocano a mio estremo sfavore.


Patisco talmente l'immobilità che, quando c'è qualche cosa che mi tiene ferma, inizio a sognare di correre. E quando mi sveglio, mi sento pure stanca! Come se avessi davvero corso.

Mi ricordo quando abbiamo fatto il compromesso per questa casa e il tempo da lì al trasloco non passava mai...
Mi ricordo che sognavo di correre su e giù per le scale di casa e di entrare in tutte le stanze vuote.

Lo sognavo quasi ogni sera.

Mio Marito aveva patito di più la travagliatissima fase di concessione del (enorme) mutuo che abbiamo fatto. A cavallo delle vacanze di Natale e con il trasferimento del vice direttore che ci aveva seguito, casa vecchia venduta, compromesso per quella nuova fatto, noi eravamo senza mutuo. 

In mezzo ad una strada, come diceva lui.
Effettivamente.

Una volta ottenuto il mutuo, dovevamo solo incastrare i passaggi e i traslochi tra chi aveva comprato e chi aveva venduto. Erano 4 atti a catena. E poi traslocare.

Ecco, per me quel tempo è stato eterno. 
E sognavo di correre. 
E correre.  
E correre.

La prima cosa che ho fatto, non appena abbiamo avuto le chiavi, è stato proprio fare quello.
Siamo entrati in casa e siamo corsi ovunque.
Era una bellissima giornata di sole e la casa era luminosissima e vuota. Enorme.

Che senso di liberazione e di vittoria. Che grande traguardo per noi.

In questi giorni di immobilità forzata causa piede, sogno di correre quasi tutte le notti.
Corro senza affanno, libera, con le mie belle scarpe da running e la mia tenuta in azzurro Decathlon.

Corri Forrest! Corri!

Sogno, in attesa di poterlo fare davvero.
Poter fare di nuovo tutto in autonomia.



2 commenti:

  1. Ora al di la del fatto che ti auguro di rimetterti presto, e che certe cose non ti succedano più, fermarsi quando si è sempre di corsa, aiuta a rivalutare le priorità, la bellezza delle cose, i privilegi che si godono e che spesso consideriamo scontati e pure i problemi che presi alla giusta distanza, appaiono più nitidi e anche meno gravi. Io corro tanto ma a volte per ripartire e ricominciare devo fermarmi.

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    1. Questo è assolutamente vero, infatti in questo periodo ho pensato davvero tanto a tante cose e mi sono ripromessa di cambiare priorità e metodi non appena potrò rimettermi in pista!

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